La bici: più di un mezzo, come uno stile di vita

La bici come stile di vita

In questo articolo parliamo di un argomento apparentemente banale: quanto sia bello, salutare e sostenibile l’utilizzo della bicicletta, e quanto tale mezzo ci renda felici. Ma noi vogliamo darvi una visione particolare; a parlare è Filippo, il nostro istruttore e guida cicloturistica, ma anche maestro di Aufguss e istruttore di Olit. Super appassionato di bici, curioso e spericolato, vuole dirvi la sua sulla bellezza di andare in bici.

Oltre la fatica: le parole di un biker

Iniziamo con una piccola testimonianza che rende perfettamente il concetto che vogliamo trasmettere. Ci troviamo a Guarcino, un paesino a pochi chilometri fa Fiuggi. È una fredda mattina di novembre, aspettiamo la navetta che porterà noi bikers a Campocatino, una località montana a circa 1900 mt di altezza, paradiso per ciclisti e camminatori. I bikers scenderanno con le loro bici tra i sentieri fino al paese. Mi fermo a chiacchierare con un altro biker, meno griffato degli altri, con la sua bici di 5a mano tenuta insieme da perni serrati a morte, fascette e stickers. Non sembra il più credibile ed esperto dei bikers ma il suo aspetto mi incuriosisce per cui attacco bottone. Iniziamo a parlare di bici, del territorio e mi soffermo su un’affermazione che mi colpisce: “… Quando vengo qua e faccio discesa non penso più a niente, sto solo io e la bici…”

I mille volti della bicicletta

La bicicletta è un mezzo che ha innumerevoli usi: sportivi, di trasporto, ricreativi, artistici… Permette di esplorare il mondo circostante, sia esso naturale o urbano, e lascia un segno nella vita di ognuno, come odio, piacere, paura, disprezzo, soddisfazione, gioia…

È un oggetto che ogni persona fa suo, in modo unico e che assume il carattere della persona e del contesto che la bici attraversa:

  • c’è la bici da corsa in carbonio super leggera dell’atleta scalatore, che affronta i più ripidi passi alpini;
  • l’olandesina sbiadita e piena di ruggine, con lettino e ombrellone legati dietro, ti porta senza pretese alla tua spiaggia preferita;
  • la bici da downhill, robusta e affidabile, che in salita si spinge a mano ma ti fa affrontare salti, ripidi e passaggi tecnici con un sorriso gioviale e birre in compagnia;
  • la BMX, sogno dei bambini e sfida per i “grandi”, permette di esprimersi in un trick dopo l’altro;
  • la gravel/adventure, per i viaggiatori in fuga o alla ricerca di qualcosa, che scopriranno che il viaggio stesso è ciò di cui hanno bisogno…

… e tante tante altre che è impossibile elencare, anche perché le mode, la tecnologia e soprattutto la fantasia delle persone ne creano sempre di nuove.

Uno sport completo

È uno sport completo, praticabile in qualsiasi forma (e, laddove non arriva il fisico, ci aiuta la bici a pedalata assistita). Da capo a piedi, il nostro corpo conduce un mezzo meccanico che impegna tutti i sensi e muscoli, dal momento in cui si sale in sella a quando si scende. Le gambe sono il motore principale che aziona la pedalata (e già qui l’importanza e la quantità dei muscoli coinvolti meritano un approfondimento, considerando che alle origini della bicicletta non esistevano nemmeno i pedali!), ma questo è solo l’inizio. Quando il corpo umano percepisce per la prima volta questa propulsione immediata, entra in uno stato emotivo unico, un mix di allerta, euforia, paura e gioia imprevedibile. Solo grazie al lavoro coordinato di tutti i muscoli e alle capacità della mente, la propriocezione ci permetterà di prendere il controllo della bicicletta e di decidere dove ci porterà.

Cicloturismo, freeride o downhill?

Riflettiamo un po’ sul cicloturismo classico, ovvero sul piacere di andare in bicicletta senza competizione, ma esclusivamente per esplorare la natura. Questa attività migliora la resistenza aerobica e la forza, soprattutto a livello delle gambe e dei muscoli che le collegano al tronco e agli arti superiori. Dato il tipo di sforzo fisico richiesto, si bruciano facilmente le riserve di grassi e zuccheri del corpo (per questo è importante alimentarsi bene prima, durante e dopo l’attività, magari gustando i prodotti locali). Tuttavia, il cicloturismo non è solo pedalare: anche la mente e i riflessi sono sempre attivi, seppur in modo meno intenso rispetto al downhill, ad esempio. Gli occhi, oltre a godere del paesaggio, studiano costantemente il terreno e la strada, guidando le nostre azioni sui comandi della bicicletta, come i freni, lo sterzo e il cambio, per affrontare al meglio gli ostacoli naturali e urbani.

Passiamo ora ad un’attività completamente diversa: il freeride. Un termine che evoca immagini di salti spettacolari e discese su pendii impervi, proprio come nello sci e nello snowboard. In bicicletta, questa disciplina si pratica nei boschi, nei canyon, sulle montagne e persino in città. Il bello del freeride è che non ci sono regole precise: è un’espressione di libertà e creatività. Si potrebbe definire una forma d’arte, dove ogni salto, ogni passaggio tra le rocce, ogni curva su un sentiero diventa una tela da dipingere con la bicicletta come pennello. Non esistono tempi, distanze o attrezzature specifiche: l’unico limite è la fantasia del biker.”

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Filippo Iori

Ciao, sono Filippo e mi piace guidare le persone attraverso esperienze e ricordi autentici.

Sono un istruttore e guida cicloturistica ma faccio altre cose fighissime come l’Aufguss e Olit. Sono sempre curioso riguardo fatti storici e culturali, nuova e vecchia musica, film teatro. C’è sempre qualcosa da imparare e nuovi modi di giocare nel proprio sport.